venerdì 5 novembre 2010

Testo Unico e microimprese: il guadagno della prevenzione


Il 30 giugno 2010 si è tenuto a Milano un seminario dal titolo “Testo Unico e Microimpresa” in cui sono stati presentati diversi documenti utili per il mondo delle piccole e medie imprese (PMI), imprese che spesso hanno maggiori difficoltà delle grandi aziende nel mettere in atto idonee politiche di prevenzione.
Per quanto riguarda i costi della mancata prevenzione è risultato che nel 2008 (dati Inail) ”in Italia sono stati indennizzati 874.940 infortuni, di cui 149.506 (con 172 mortali), nella sola Lombardia. Nelle imprese fino a 15 addetti, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il dato è elevato e rappresenta la grande maggioranza degli infortuni registrati in ogni settore lavorativo”. In particolare colpisce “che l’80% degli infortuni mortali, verificatisi tra il 2002 e il 2005, in Italia, abbia riguardato lavoratori appartenenti a realtà con numero di addetti da 1 a 9”. 
Anche per le malattie professionali i dati sono interessanti: nel 2008 in Lombardia sono state risarcite 2.865 malattie professionali. E l’attenzione verso queste patologie nelle microimprese appare carente: “solo una piccola parte delle realtà da 6 a 9 addetti” che avrebbe l’obbligo di individuare il Medico Competente lo ha fatto. 
In questo caso “il malessere derivante da alcuni rischi presenti non viene rilevato e monitorato, e la patologia (cronica e, a volte, degenerativa) che può derivarne nel tempo non viene prevenuta” con costi che sono spesso occulti dal momento che difficilmente la malattia verrà riconosciuta come malattia professionale. 
Ne consegue che i costi della mancanza di prevenzione sono diversi e attualmente molto onerosi. Questi costi non sono solo a carico dell’azienda che non fa prevenzione, ma vengono sopportati dall’intera collettività. Si può considerare che, nel 2004, l’Inail ha corrisposto complessivamente 3.560.000 rendite (infortuni con invalidità permanente o letali), per la cifra complessiva di circa 5 miliardi di euro, mentre il costo dell’indennità per inabilità temporanea al lavoro è stato pari a 465.000 euro. Inoltre ai costi diretti si devono sommare quelli indiretti: 
perdita di produzione; 
danni alle strutture e alle attrezzature; 
formazione per il personale sostitutivo; 
ore di straordinario per recuperare la perdita di produzione; 
eventuali sanzioni dagli organi di vigilanza;
aumento del premio di assicurazione; 
eventuali spese legali;
eventuale rimborso del danno biologico.
Complessivamente “il costo sociale per infortuni viene stimato, secondo l’Inail, in circa 28 miliardi di euro; considerando anche le malattie professionali la cifra sale a 41,6 miliardi”. 
Senza considerare i costi indotti come “il danno d’immagine, l’insoddisfazione del cliente per eventuali ritardi o disservizi nella fornitura, la perdita del senso di attaccamento del personale”. 
La prevenzione rappresenta un investimento i cui risultati si potranno valutare e apprezzare nel medio periodo, per questo motivo è necessario trovare le risorse sia per elaborare la valutazione dei rischi, sia per i successivi interventi necessari. 
I rischi per la sicurezza sono spesso affrontabili con interventi piccoli e progressivi, piuttosto che con un unico intervento oneroso. E a volte un rischio può essere affrontato “con un intervento di tipo organizzativo piuttosto che tecnico”.
In un ambiente salubre e sicuro, in cui magari i lavoratori partecipano alla gestione della sicurezza, migliora la quantità e la qualità del lavoro. Anche la valutazione dei rischi, “occasione preziosa per approfondire la conoscenza del processo di lavoro”, può migliorare l’operatività dell’azienda. 
Nel Convegno sono stati riportati indubbi vantaggi della prevenzione: 
attraverso la prevenzione non solo diminuiscono i costi per infortuni e malattie, ma, per mezzo del vigente sistema bonus-malus, di fronte a una riduzione dei danni viene anche ridotto il premio assicurativo Inail; 
l’Inail stesso, di fronte a un infortunio o a una patologia legata al lavoro, può avviare un’azione di rivalsa verso il datore di lavoro, chiedendogli un indennizzo economico per la copertura che l’Istituto dovrà garantire al lavoratore leso;
la mancata prevenzione può far incorrere in sanzioni, la cui portata economica può essere notevole per una piccola o media impresa; 
un buona prevenzione riduce le spese legali a fronte di danni sviluppati dai lavoratori o anche, nelle attività aperte al pubblico, dai clienti.
M.D.