mercoledì 26 settembre 2012

Aria condizionata in ufficio: istruzioni per l’uso

In molteplici situazioni i condizionatori vengono utilizzati in modo improprio, comportando sprechi d’energia e, soprattutto, malessere per chi lavora.

Queste principalmente si concretizzano in male alla schiena e alla gola, raffreddore, dolori addominali, torcicollo ma a volte anche bronchiti, polmoniti e infezioni batteriche. I climatizzatori rappresentano una preziosa risorsa con l’aumentare delle temperature ma è sempre consigliabile prestare molta attenzione a non utilizzare in modo questo tipo di apparecchiature.

Ovviamente questi rischi sono presenti sia nei luoghi di lavoro che nelle nostre case. In molti uffici si trovano apparecchi di climatizzazione a parete che, grazie alla facilità di installazione e al costo ridotto rispetto a impianti di condizionamento più complessi, rappresentano la scelta più rapida per soddisfare le richieste degli utenti. Come già detto, però, l’uso di questi apparecchi non può prescindere da una corretta installazione, una puntuale manutenzione e soprattutto una corretta gestione.

Secondo la definizione dello standard Uni 10339 si intendono climatizzatori quegli apparecchi che “sono in grado di realizzare e mantenere simultaneamente negli ambienti condizioni termiche, igrometriche e velocità dell’aria comprese entro i limiti richiesti per il comfort della persona”. I condizionatori più utilizzati sono costituiti da una unità interna che provvede alla climatizzazione del locale e da una unità esterna necessaria allo scambio termico fra il fluido utilizzato per la climatizzazione e l’aria esterna. Gli apparecchi di nuova costruzione hanno spesso caratteristiche innovative che non rientrano in questa definizione, come per esempio la “ionizzazione” per eliminare le particelle inquinanti o la “foto catalizzazione” per eliminare germi e batteri. Alcuni modelli, inoltre, possono anche immettere in ambiente aria esterna, mentre altri possono anche essere privi di unità esterna.
Solitamente se la predisposizione dell’impianto non avviene in fase di progettazione il posizionamento dell’apparecchio di climatizzazione avviene, nella maggior parte dei casi, scegliendo un’ubicazione che comporta minori opere murare, la possibilità di mantenere l’arredamento esistente e meno costi. Il principio da seguire, invece, dovrebbe essere quello della scelta di una posizione che permetta un buon rimescolamento dell’aria, senza che gli occupanti siano colpiti da flussi d’aria troppo veloci; anche l’altezza della disposizione gioca un ruolo significativo”.

Il minor costo di questi apparecchi rispetto agli impianti centralizzati è di sicuro il fattore che principalmente condiziona la scelta, ma è opportuno utilizzarli in modo corretto per trarne anche il massimo dei benefici.
La disposizione delle postazioni di lavoro e dei climatizzatori diventa il punto chiave da dirimere. La regola fondamentale è quella di evitare la posizione diretta di una scrivania lungo il flusso d’aria. Se lo spazio a disposizione lo consente, è più facile spostare la postazione. In caso contrario, tuttavia, spostare l’apparecchio non è poi così complesso. Una soluzione più onerosa, invece, può essere l’installazione di apparecchi a soffitto,ma è necessario creare controsoffittature, che garantiscono una distribuzione più uniforme dell’aria e, quindi, la possibilità di utilizzare velocità di immissione dell’aria più basse. Utile, ancora, anche fare attenzione alla posizione dei condizionatori rispetto agli arredi (armadi, archivi ecc.) per evitare riflessi dannosi e rimozione di sporcizia da punti quali le parti alte dei mobili dove, di solito, la pulizia viene fatta più raramente.
Di fondamentale importanza sono alcune regole indispensabili inerenti la manutenzione dei climatizzatori. E’ buona norma, innanzitutto, effettuare una pulizia dei filtri prima di ogni accensione stagionale (queste operazioni vengono effettuate utilizzando prodotti specifici che hanno un effetto detergente e anti batterico e, pertanto, andrebbero svolte dai manutentori indossando guanti e mascherine di protezione, fuori dall’orario di lavoro e facendo funzionare poi l’impianto a finestre aperte). Oltre ai filtri, l’igienizzazione dovrà interessare, inoltre, tutte le parti a diretto contatto con l’acqua di condensa. Ultima ma non meno importante è la verifica dello scarico delle acque di condensa che possono facilmente intasarsi provocando accumuli di umidità nelle pareti o in zone poco accessibili dove possono proliferare muffe, funghi ecc.

M.D.